venerdì 21 settembre 2012

Magra consolazione?

... a volte penso
vorrei lo sai
essere stato il primo
e poi ci penso
e alla fine è lo stesso perché
perché tanto non l'hai mai fatto
come l'hai fatto con me...

E se tu stessi pensando proprio questo?
Beh, non sarebbe affatto una bugia

Vorrei solo sentirmi "perdonata"
ma è una sensazione che tarda ad arrivare.

Le tue parole mi dipingono così bella,
delicata al pari di una rosa.
Vorrei tanto fossero vere.

Perché non riesco a crederci?
Forse sono io che devo perdonarmi?
Forse dovrei volermi più bene?

Mi darai tu l'esempio?

3 commenti:

  1. Come possono non essere vere quelle parole che scivolano via direttamente e prepotentemente dall'anima? Come possiamo non credere a un antichissimo e misterioso cordone ombelicale che dai più nascosti recessi dell'anima giunge fino alle nostre tremanti e martoriate labbra?
    L'esempio sa troppo di lezione, è da professori! Meglio l'unisono dei respiri e lo smarrimento l'uno negli occhi dell'altra.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi piacerebbe averti come professore, ma mi "accontento" dello smarrimento...
      ... e il naufragar m'è dolce in questo mare

      Mai fu più dolce per me l'immensità dell'azzurro in cui mi perdo ogni volta
      Voglio crederti
      Voglio fidarmi
      Voglio essere dono

      Elimina
    2. Oddio, qualche lezione si può pure fare, ma il naufragio è sempre più ricco di suggestioni.
      Dono lo sei, eccome: "averti accanto è un premio". E non so cosa si possa mai aver fatto di così importante per meritarti. Ciao Marty, chiudi un attimo gli occhi e vedrai tutto quello che ti meriti

      Elimina