giovedì 22 dicembre 2011

My Secret Day

Dalla mia Moleskine

28 maggio
Sto male, una strana malinconia mi stringe il cuore e le lacrime sfidano i miei occhi. Fa male da morire.
È dura.
È dura rinunciare a te, a noi, al vortice di sensazioni che ogni volta ci assale e non riusciamo a domare; quando tutto ci trasporta via, lontano.
Sto così male perchè questa volta ti sto davvero perdendo.
E fa male pensare che magari un'altra prenderà il mio posto, ti farà le stesse carezze, ti bacerà e toccherà la tua pelle.
Chissa con che occhi la guarderai, se avranno la stessa luce di quando incrociavi i miei...
Sarebbe stato più facile litigare, rompere in malo modo. Ma così, rinunciare solo perchè è giusto così...
ho voglia di piangere.
Fa male sapere che non ti avrò più. Tu, mio sogno, mio amore, fa così male doverti perdere.
È uno sgomento così grande che tutto attorno mi appare vuoto e senza senso.

Ma forse sono solo una bambina viziata a cui piacciono le coccole, che ama sentirsi desiderata, corteggiata, avere l'attenzione di un uomo.
Perdere tutto questo fa male anche all'orgoglio. Fa parte del mio essere donna e sono furiosamente gelosa del tuo futuro, perchè io non ci sarò.

Voglio solo te e ti voglio tutto per me e rinuncio a te ma vorrei che tu non rinunciassi a me (sono così assurda) ma tu sei già lontano. Sei già passato oltre. O almeno lo credo. Credo di vederne i segnali ma magari sono solo frutto della mia immaginazione, me li sto inventando solo perchè so che accadrà.

È la mia carne che ti reclama, fai parte di me.
Come mi dici sempre tu, sono nata per fare l'amore con te.
E oggi sei così lontano, così freddo, così normale. So che l'ho voluto io ma ora fa male da morire senza te.
Senza te che mi scaldi il cuore.
Senza te che mi fai sognare.
Senza te.

L'ultima volta che lo abbiamo fatto mi sentivo quasi sollevata all'idea che fosse l'ultima.
Niente più bugie, niente più tensioni, niente più tradimenti; e ora che mi trovo in mezzo al guado e non posso tornare indietro mi sento morire e mi ritrovo a parlare con te di nascosto, dalle pagine di un diario come una ragazzina di 14 anni.

Il mio destino è solo a un passo da te eppure lontano da noi.
Ma sarò forte, non ti cercherò, non sarò io a muovermi, nè lo farai tu, lo so.
Eppure il sogno di noi vivrà per sempre dentro di me.
Intanto sono qui inebetita che aspetto un tuo cenno, qualcosa che mi parli di te, che mi faccia vivere ancora la gioia dei nostri incontri.
Tutto questo non accadrà, per il semplice motivo che la vita non si piega alle nostre aspettative, per il semplice motivo che ciò non deve accadere.
Ti amo, il mio cuore ti appartiene.

È stata dura rendere pubblica questa pagina, ma mi ha fatto anche bene.

Con questo post partecipo al giveaway di Futura che scade il 25 dicembre.

lunedì 19 dicembre 2011

Buon Natale

Ciao Ragazze,
forse quest'anno il Natale sarà un po' più depresso per me ma visto che siete solo due non voglio mancare di farvi gli auguri, e ve li faccio ora perché non so se tornerò a scrivere prima della fine dell'anno.
Nella speranza che il futuro ci faccia sorridere di più, vi auguri un felice Natale e un 2012 coi fiocchi.
Un abbraccio
Martina

martedì 13 dicembre 2011

Appunti #2

appunti sparsi:

Lui percorreva il suo corpo con mani e sguardo adoranti e lei sapeva di esistere

...

sms di Marco:
Quando ti penso sorrido
Quando ti immagino... sogno
Quando stiamo insieme vivo
Tu mi trasmetti felicità
Baci

...

mercoledì 7 dicembre 2011

Appunti #1

Stava facendo la pace con se stessa, con il suo essere moglie, con il suo essere famiglia. Lasciava che il tempo passasse e lavasse via l'impronta forte dei ricordi per lasciarne una più tenue, sbiadita dal tempo, dagli umori, dalle paure e dalle responsabilità.
Intanto, la sera, aveva ripreso ad addormentarsi senza dare le spalle all'altra metà del letto.
Sopportava meglio la presenza di Luca e del suo respiro sul viso forse perché iniziava a sopportare se stessa e ciò che aveva fatto, continuando tuttavia a non capire, a non giudicare, a non decidere se era stata lei a sbagliare. Un passo verso la pace.
Passerà ripeteva a se stessa.
...

giovedì 20 ottobre 2011

Non sono scomparsa

Anzi si, sono scomparsa da questo blog, troppo personale e profondo per me. Al momento sono impegnata in un altro blog più "pubblico" e facilmente gestibile per me. Mi sono solo presa una pausa dalla mia anima in pena ma tornerò. Tanto qui ad attendermi non c'è nessuno, se non me stessa. Dall'altra parte un po' di amici virtuali stanno alleviando la mia solitudine. Mi piacciono. Sono serena.
A presto
Marty

lunedì 22 agosto 2011

Onestà


La presentazione che ne ha fatto Corrado Augias è molto invitate. Voi che ne dite?
La crisi globale ha portato molti a rivedere le basi su cui si è fondata fino a ieri l´economia del mondo globalizzato: libero mercato, individualismo, avidità e sfruttamento indiscriminato delle risorse. Il capitalismo ha rivelato i propri limiti. E allora che fare? Come trasformare questo sistema imperfetto in uno più efficace? Rendendolo più giusto, è la risposta di Hans Küng, più "etico". Non un´etica confessionale, legata a una particolare religione, ma ispirata ai principi chiave che si ritrovano in tutte le culture: tolleranza, sincerità, solidarietà. Due le norme che devono essere alla base di questo rinnovamento dell´economia: la reciprocità, ovvero il principio secondo cui non bisogna fare agli altri ciò che non vorremmo sia fatto a noi; e l´umanità, ovvero il riconoscere sempre l´altro come essere umano, dotato di profonda dignità. A partire da questa ferma convinzione, Küng propone il suo modello di mercato in grado di affrontare, e vincere, le sfide del mondo globale.
Ho trovato anche un breve assaggio in pdf. Lo trovare a questo indirizzo:
http://www.ilcircolo.com/immagini/pdf/assaggio_797324.pdf

Ora ci do un'occhiata e decido se comprarlo o meno.
Di certo non solo l'economia ma tutto e tutti avremmo bisogno di maggiore onestà.

giovedì 18 agosto 2011

Luca

Il lavoro sul mio racconto va avanti. Al momento sono ancora impegnata sul profilo dei miei personaggi.
Uno di questi è Luca.
Il mio estro creativo mi ha portato a decidere che Luca è un medico pediatra che lavora in ospedale ma c'è un problema: non conosco minimamente il mondo ospedaliero, né come funziona il discorso dei turni, o quali possono essere i problemi in un reparto pediatria.
Tra voi c'è per caso un medico o conoscete un medico che possa darmi qualche dritta?
Potrei averne bisogno durante la stesura del racconto.
Grazie

P.S. Se vi fa piacere nei prossimi post potrei presentarvi tutti i miei personaggi

venerdì 12 agosto 2011

Come un parto

Li ho creati ed ora esistono
Ho ripreso a lavorare al mio racconto e prima di tuffarmi nella scrittura sto cercando di delineare i singoli personaggi. Devo dire che è abbastanza estenuante e richiede costanza e concentrazione. Devi immaginarli vivere, camminare, mangiare. Devi dargli un'identità e un carattere. Creare per loro un passato, un presente e delineare quello che potrebbe essere il loro futuro. Lo sto trovando faticoso ma al contempo emozionante.
Mi piace e ne sono felice, anche solo lo dovessi scrivere per me stessa e per loro.
Ora che gli ho dato un nome e un cognome, che li ho messi sulla scena, non posso tirarmi indietro. Hanno diritto alla loro rappresentazione, alla loro occasione e il mio compito è quello di dargli voce.


I personaggi (nel mio caso anche i figli) nascono da noi ma, proprio come i figli, ad un certo punto hanno bisogno di una vita propria, fuori dai binari che avevamo pensato per loro, e bisogna lasciarli andare

venerdì 22 luglio 2011

Una valigia di libri

La mia vacanza sta per iniziare e mi rendo conto che in valigia manca la cosa più preziosa: un buon libro da leggere.
Ieri sono passata in libreria ed ho acquistato qualche titolo, ma ad essere sincera non so se ho fatto la scelta giusta:
La fine è il mio inizio (Tiziano Terzani)
Nessuno si salva da solo (Margaret Mazzantini)
Il cimitero di Praga (Umberto Eco)
L'eleganza del riccio (Muriel Barbery)

e poi, quale mettere effettivamente in valigia?
In due settimane non riuscirò di certo a leggerli tutti.
È incredibile sono insicura e indecisa anche su questo! Non ci posso credere.
 Martina svegliati, fai qualcosa!
Comunque se qualcuno dei miei esigui lettori (nessuno sa che esisto come Martina in un blog! È difficile e forse anche un po' stupido voler rimanere anonima e poi sperare che qualcuno mi legga) ha qualche consiglio o altri titoli sono qui, e sono tutta orecchi, o meglio tutta occhi visto che lo leggerò e non sentirò la sua voce.

Oggi sto meglio, ho avuto meno pensieri tristi rispetto a ieri e sono felice al pensiero che domani mattina i miei occhi si riempiranno d'azzurro! 

giovedì 21 luglio 2011

Il male di vivere



Questo per me è un periodo un po' strano.
Mi guardo allo specchio e vedo due occhi spenti, tristi, e non ne capisco il perchè.
O non voglio indagarlo fino in fondo.
Tra poco parto per le vacanze eppure non mi sento leggera, felice, carica di aspettative come solitamente avviene d'estate, la mia stagione, la stagione in cui prendo vita, divento più bella, divento più forte, il mondo mi sorride e io gli sorrido.
Sono solo stanca, stanca di vivere, o meglio stanca di vivere così.
Sento addosso tutta la fatica di vivere, e mi sento un po' Montale, anzi uno dei suoi Ossi di seppia, inutile guscio vuoto trasportato dal mare, prigioniera di un mondo che non si può ribaltare, dove cattiveria e mancanza di rispetto e dignità sono la regola del vivere quotidiano.
Le soddisfazioni non arrivano mai, solo tante batoste e macigni, che ogni giorno ti arrivano addosso e ti appesantiscono il cuore.
La stanchezza e la spossatezza invece sono sempre lì, pronte per l'appello della mia ennesima giornata priva di entusiasmo. Le uniche a farmi compagnia visto che lavoro da sola, in un ufficio fantastico ma eternamente sola.
Solitudine che in molti casi apprezzo ma che quando sono un poco poco giù mi uccide.

(Un giorno vi parlero della mia solitudine e di come sia per me una condizione permanente, da sempre. Anzi, se avete pazienza e vi va di intristirvi un po', ne scriverò presto in un altro post ).

Si dice che il lavoro nobiliti l'uomo, ma forse perchè ciò avvenga è necessario che qualcuno si accorga di quello che fai, che il tuo ruolo venga riconosciuto da qualcuno che non sia tu. Perchè abbiamo sempre bisogno di conferme (almeno io). Quindi il lavoro mi nobilita se qualcuno mi dice che lavoro faccio e per di più lo apprezza pure.
Troppo esigente vero?
E allora me ne torno nel mio cantuccio a soffrire una situazione che non sopporto con la rabbia di non poterla cambiare.
Non è così che volevo vivere.
Nei momenti di maggiore sconforto con serena lucidità immagino e quasi desidero che la mia vita finisca ora, o se non ora che almeno finisca presto, non ho più voglia di stare in questo mondo, dove non ho chiesto io di essere messa. Ma perchè tutto deve essere così faticoso?
Sento perfino di poter rinunciare alle mie piccole e private gioie quotidiane. Se non fosse che farei soffrire troppo i miei cari chiederei con insistenza a Dio di farmi morire, proprio come facevo quando avevo 10 anni.
Non mi ascoltò allora e non so se lo farebbe oggi.
Forse devo solo aspettare che mi passi e che mi si ricarichino le pile giuste, quelle del coraggio, della forza, della resistenza, della sopportazione che solo noi donne sappiamo tirare fuori.
Ma quando arriva la mia quiete?

Ops... sono stata interrotta e il filo dei miei pensieri si è perso. Pazienza, sarà per il prossimo post.
Intanto mi sento già vagamente meglio. Scrivere mi fa bene, è terapeutico.
Alla prossima

giovedì 14 luglio 2011

Mi sveglio e questo è ciò che trovo attorno a me

La tirannia promuove i mediocri


1)      Se vuoi essere tu il padrone, poiché non puoi fare tutto da te medesimo e ti sarà forza servirti dell’ opera de’ tuoi ministri, bada bene alla scelta. Un uomo che abbia principj e che operi in conseguenza non è da scegliersi, perché s’ opporrà alla tua volontà ogniqualvolta ella sia diversa da’ suoi principj. Guardati dall’ uomo virtuoso, fermo e che abbia l’ animo libero; egli cercherebbe di fare l’ interesse de’ popoli, ambirebbe la gloria, sacrificherebbe tutto alle sue idee e ti darebbe inciampo ad eseguire la volontà tua e ad agire da vero padrone.
2)      Anche i più infimi ministri, se non altro colle loro consulte e rimostranze, se sono di quella genia t’ infastidiscono e da esecutori che debbon essere degli ordini del monarca s’ erigono in consultori e correggenti. Lascia nelle biblioteche e sulle cattedre i letterati e i filosofi, e non ti lasciar seddurre dalle loro false attrattive; il popolo ha da obbedire e non da ragionare, i ministri sono stromenti passivi della sovrana volontà del monarca, una mente sola governa.
3)      Sceglierai adunque per tuoi ministri uomini che ambiscano la tua grazia sopra di ogni altra cosa, uomini che non abbiano nè beni di fortuna nè aderenze e che tutta in te solo collochino la loro esistenza. Gli uomini che sieno di vita illibata e irreprensibile sono sospetti perché sicuramente operano per principj. Un vizio ti è garante più sicuro della loro piena sommissione: chi ha debiti e non paga i creditori sicuramente sarà pontualissimo a ubbidirti per conservare la tua grazia e la carica concessagli, senza di cui sarebbe rovinato.
4)      Chi è libidinoso e molle sacrificherà tutto per conseguire l’ autorità che gli proccura occasioni facili per soddisfarsi. In somma chi ha delle magagne rispetta e obbedisce al medico; il vizio sarà il migliore garante di ogni altro della tua autorità. L’ uomo virtuoso è da tenersi ben lontano; i due Bruti per quella strada annientarono il potere d’ un solo, il quale non si radica e consolida se non colla corruttela. Se nella scelta ti sei ingannato, se scopri ne’ ministri che camminino senza inciampare e arditamente o al ben pubblico o alla gloria scacciali, non sarà mai troppo presto.
5)      Non ti consiglio però di scegliere persone infamate per la scostumatezza e che fossero screditate presso del popolo; ma ti consiglio di scegliere uomini mediocri, timidi, incerti ne’ principj, macchiati di vizi bensì ma con riserva, e tali che facciano eseguire quanto gli si ordina senza ambiguità alcuna. Gli uomini che pretendono allo spirito non sono buoni, meglio i pedanti; i filosofi poi sono la peste vera d’ ogni governo e se non giugni a screditarli, spegnili che sono pericolosi.
6)      Rispetto ai tribunali di giustizia lascia tutti gli imbrogli e le cabale come sono, perché i popoli quanto più temono tanto pensano meno e giova che in tutto dipendano dagli uomini anzi che dalle leggi. I giudici saranno venali, e perciò più paurosi in faccia del monarca, temendo un processo. I popoli costretti a raggirarsi per guadagnare il favore de’ giudici e quindi rivolgono la loro sagacità alla corruzione, base unica del potere arbitrario, e quindi s’ allontanano sempre più da quelle idee secche e precise della giustizia che potrebbero poi rivolgere contro del governo.
7)      L’ incertezza, l’ arbitrio, il maneggio lasciali in possesso de’ tribunali. Che se anco il popolo tumultuasse per cattiva amministrazione della giustizia, coll’ impiccare alcuni senatori tu lo calmi e ti acquisti fama di ottimo Principe, Padre de’ popoli. È bene che le persone in carica siano odiose e odiate; la moltitudine crede sempre che ciò avvenga perché male ne sia informato il Monarca; sin che il popolo sta in dovere tu ne godi, se si scuote sacrifichi i tuoi commessi e ti raddoppi la benevolenza. La superstizione è necessaria per sempre più contenere il popolo. I ministri del culto sono interessati a coltivarla, perché essa dà loro pane e considerazione. Bada a non screditarli, ma bada pure a contenerli. Quanto meno ha il popolo di religione e quanto ha più di superstizione, tanto più è sicura l’ obbedienza.
8)      La Religione illumina e rende virtuosi gli uomini, la loro virtù ha per oggetto l’ obbedienza a Dio Ottimo massimo scrutatore de’ cuori, che non lascia mai la virtù senza ricompensa e il vizio senza pena. La Religione insegna d’ adorar Dio colla beneficenza, colla tolleranza, colla bontà verso degli uomini nostri fratelli, c’ insegna d’ essere giusti, onesti, fedeli ai doveri, osservanti delle leggi, sinceri e buoni.
9)      La superstizione immerge nella notte degli errori, occupa l’ uomo di alcune pratiche di culto esterno, lo volge alla ipocrisia, lo scosta dalla virtù e gli fa sperare la sua felicità nella cieca deferenza a un fanatico direttore. L’ uomo religioso ragiona; l’ uomo fanatico odia chi ragiona, lo perseguita, lo maledice, lo sradicherebbe dal mondo se potesse. La superstizione tiene il popolo avvilito, è l’ annello nel naso del buffalo, non lo togliere se vuoi regnare lungamente.
10)  La tua Corte sia magnifica; il popolo è soggiogato dalla pompa e dalla maestà del Trono. Non essere facilmente visibile, la riverenza sarà maggiore; sia sempre corredato dal cerimoniale, sembrerai una divinità; coi tuoi cortigiani sia contegnoso e benefico con misura; la Corte è una lotteria, pochi guadagnano e molti vi si rovinano. Quando benefichi, tu ti fai un ingrato, ma di tempo in tempo conviene farlo per tenere in lena gli aspiranti.
11)  Se vuoi essere familiare, sialo con persone di nessuna nascita, non mai co’ nobili: i primi né sapranno né potranno abusarne. In somma persuadi ben bene a tutti che tu sei più che un uomo e sia tu stesso persuaso che gli altri sono meno che uomini. Osservali infatti e vedrai quanto poco basti a far loro perdere la ragione e stimali se è pure possibile! L’ uomo è un animale nato per servire ed essere deluso da un accorto signore. Se giugnesse a pensare tutto è rovinato. Veglia e impediscilo.

Testo inedito di Pietro Verri “Scritti politici della maturità”
Il testo, non datato, si può far risalire agli anni 1786-88 e riflette il distacco crescente di Verri dall’assolutismo illuminato degli Asburgo ma è così attuale da far venire i brividi

martedì 12 luglio 2011

Pensieri del mattino

Esiste un paese piccino picciò dal quale un tempo la democrazia se ne andò.
Un sovrano arrivò al suo posto e tutti, all'istante, mise al loro posto.
Io sono il magnifico, io sono il meglio e per voi farò questo e quello.
Il paese sara più bello
Ma non gli disse che il paese non sarebbe più stato il loro, ben diverso era il suo disegno.
Insieme al paese persero onore e dignità e, diciamolo, anche un poco di bontà.
Non c'è solidarietà o sorriso che tenga, solo la paura qui governa.
In tanti conigli trasformati i suoi sudditi se ne stanno beati.
Incapaci di vedere, e soprattutto di reagire.
La paura è una brutta bestia, più del lupo nero le loro menti appesta.
Speranza di uscirne non ce n'è
o forse si
alzando lo sguardo lontano da lì

lunedì 16 maggio 2011

Pagine di storia


"Nel 1791, la parola "Bastiglia" era ancora fresca nel ricordo come simbolo della monarchia assolutistica francese e come sinonimo delle tante oscure prigioni in cui i liberali d'Europa erano stati così a lungo rinchiusi e torturati. Il marchese de Lafayette, cavalleresco eroe sia della Rivoluzione americana che di quella francese, consegnò la chiave della Bastiglia a Thomas Paine chiedendogli di farla pervenire al presidente George Washington come pegno del rispetto dei francesi per il popolo americano. Paine lo accontentò volentieri l'anno precedente alla pubblicazione dei Diritti dell'uomo, aggiungendo una lettera di accompagnamento in cui definiva la chiave <<questo primo trofeo delle spoglie del dispotismo e i primi frutti maturi dei principi americani trapiantati in Europa>>. Oggi la chiave è ancora appesa a una parete della casa di Washington a Mount Vernon. La data della lettera di Paine era il primo maggio, che circa un secolo dopo venne scelta dai lavoratori americani come quella dell'inizio della lotta per la giornata lavorativa di otto ore e, in seguito, dai movimenti operai di tutti i Paesi come festa popolare e celebrazione degli oppressi"
Dall'introduzione del libro di Christopher Hitchens: Thomas Paine - I diritti dell'uomo


Ancora una pillola

Il mio libro, ogni tanto mi ronzano in testa delle frasi, delle immagini e devo fermarle perchè non scompaiano quando sarà il momento di scriverle
... Sono passati due anni e lui è ancora nei miei pensieri.
Non come prima, no.
Sono forte e i pensieri su di lui sono leggeri, farfalle delicate che sfiorano appena la superficie del mio cuore.
Non li lascio andare a fondo. Non li lascio scavare nella mia anima.
Non mi soffermo mai troppo sui ricordi, perchè non diventino vivi e non facciano male, perchè il loro sapore non risvegli il desiderio e con esso il fuoco che dorme sotto la cenere.
Credo di riuscire a tenerli a bada.
È meglio così, per tutti, per la mia vita...

venerdì 13 maggio 2011

Come andrà a finire?

Dicono che tirare fuori il rospo aiuti.
Tirare fuori per stare meglio. Non lo so. È che questa storia sembra così assurda che quasi non riesco a crederci io stessa.
Anche se vi dicessi che è una storia vera probabilmente non mi credereste.
Troppe coincidenze.
Si, decisamente troppe direte voi.
Ma cosa sono i casi strani della vita se non coincidenze?
Un insieme di eventi, di forze misteriose che operano perché accadano certe cose piuttosto che altre.
Beh, che ci crediate o no, voglio raccontarvela. È la mia storia, o forse quella di Chiara.
Lei, la protagonista di questa mia disavventura. Lei, a cui sono legata più che a una sorella.
Lei, che parte, ti strappa promesse di amicizia eterna e scompare. Poi torna come un uragano, come un vento caldo, una allegra folata di farfalle, con la sua tenera innocenza che non muore mai e te la fa apparire come un’eterna quindicenne.
La mia storia dicevo, ma anche quella di Chiara e di Luca, di Marco, delle nostre vite.
Voglio raccontarvi questa storia incredibile per cercare di stare un po’ meglio, farmene una ragione, pensare che prima o poi passerà (proprio come dice Chiara).
Magari tra qualche anno ripensando a tutta questa storia sorriderò malinconica e niente di più.
No, non sono bugiarda e non mi invento le cose. È successo davvero ed è una delle più remote coincidenze che si potesse realizzare.
Ma forse è meglio cominciare dall’inizio.

Vi piace?
Così inizia il libro a cui sto lavorando.
Se volete sapere come andrà a finire dovete sperare che io lo finisca (per me sarebbe il primo e solo l'idea mi mette una paura incredibile) e che qualcuno lo pubblichi!

Intanto mi faccio tanti in bocca al lupo da sola.
Crepi!

mercoledì 11 maggio 2011

Tanto per cominciare

Mi presento, non sono Martina,
ma vorrei esserlo, e lo sarò su questo blog.
Martina è lo pseudonimo che mi sono scelta. Molto più di un nome.
Martina è battagliera, non si da per vinta, stringe i denti, lotta, resiste e caparbiamente insegue i suoi sogni.

Il sogno fisso e ricorrente?
Scrivere, e di questo scrivere farne un mestiere.
In parte ci sono già riuscita ma non voglio fermarmi qui.
Voglio esplorarne le varie forme per riuscire ad esprimere me stessa e trovare una mia collocazione: tenere un blog potrebbe essere una di queste.
Al riparo del mio pseudonimo mi sentirò protetta e al contempo più libera.
Convivo da sempre con una forma "incurabile" di timidezza e mi piace l'idea di scrivere senza che chi mi conosce sappia che sono io a farlo.
Paura di essere giudicata? Si, forse.
Scarsa considerazione di se? Non proprio. Forse do troppa importanza a quello che pensa la gente.
Mancanza di coraggio? Non lo so. Di sicuro sono molto riservata e non mi piace espormi, non voglio apparire.

Comunque sono qui, e voglio scoprire se tenere un blog è divertente.
Magari scopro che fa anche bene alla salute, almeno la mia!